Telemedicina: da Piacenza a Rio de Janeiro, il progetto “Telecuore” sul podio degli IHF Awards 2024

Dalla Ausl di Piacenza al podio degli IHF Awards 2024, il progetto “Telecuore” per la gestione a casa dei pazienti con scompenso cardiaco ha ottenuto un importante riconoscimento nel corso del 47° congresso mondiale della Federazione internazionale degli ospedali (International Hospital Federation). Un modello vincente di telemedicina, premiato nella categoria dedicata all’eccellenza per la qualità clinica e la sicurezza del paziente, una delle sette previste dalla manifestazione.

“È con grande piacere che consegno alla direttrice Bardasi questo importante premio internazionale – sottolinea il direttore Fiaso Pinelli – Piacenza è infatti l’unica realtà italiana che si è aggiudicata un riconoscimento tra quelle selezionate, a fronte di 500 candidature pervenute con 33 paesi partecipanti. Telecuore si è distinto per la capacità innovativa, ma anche per la sua fattibilità e replicabilità, per migliorare la qualità clinica e la sicurezza dei pazienti, che diventano protagonisti di questo percorso di telecardiologia”.

“Il progetto Telecuore – spiega Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza – è un esempio concreto ed efficace di utilizzo delle tecnologie per migliorare la qualità di vita del paziente, in questo caso la persona che deve convivere con una malattia cronica. La cura di questo tipo di utenza non può in alcun modo essere delegata solo all’ospedale; anzi, si evidenzia sempre di più la necessità di creare percorsi assistenziali che vedano il domicilio come luogo principale di assistenza. Sono questi gli aspetti vincenti del nostro progetto, che ha coinvolto già 250 pazienti con riscontri davvero positivi e, non a caso, ha già suscitato interesse in ambito nazionale (dove è già stato premiato) e ora anche a livello internazionale”.

L’infrastruttura tecnologica è consultabile da tutti gli operatori sanitari coinvolti nel programma, permettendo di effettuare televisite, ma anche teleconsulti tra medico di famiglia e cardiologo. Nel percorso sono infatti coinvolte diverse figure professionali: un case manager dedicato, lo specialista, i tecnici di fisiopatologia cardiorespiratoria e perfusione cardiovascolare ed è in fase di sviluppo la partnership con i medici di famiglia.

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