Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 11/1/2022
La rilevazione N. 9 sui ricoverati per COVID-19 del 11/1/2022 include 20 nosocomi generalisti e quattro pediatrici. Alla presente rilevazione mancano i dati dell’IRCCS Spallanzani. Il confronto con le settimane precedenti è stato effettuato al netto dei pazienti di tale ospedale.
I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 11/1/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.
Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 20 ospedali
Complessivamente i pazienti ricoverati sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 2.183 con una crescita complessiva nella settimana del 32% con la seguente distribuzione:
- Pazienti ricoverati nei reparti COVID area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 20 ospedali
Totale 1963
Femmine 45% Maschi 55%
Proporz. sul totale | Età media pond. | Comorbidità | |
Vaccinati | 55% | 70,9 | 71% |
Non vaccinati | 45% | 65,2 | 53% |
- Pazienti ricoverati in terapia intensiva – 20 ospedali
Totale 220 (10,1% dei ricoverati per COVID)
Femmine 31% Maschi 69%
Proporz. sul totale | Età media pond. | Range di età | Comorbidità | |
Vaccinati | 33% | 67,6 | 22 – 88 | 64% |
Non vaccinati | 67% | 61,7 | 16 – 88 | 44% |
Commento e Interpretazione dei dati
Nei ricoveri ordinari in area medica incluse le subintensive si osserva una crescita del 33,6% rispetto alla settimana passata. L’incremento è maggiore di quello che era stato osservato nelle settimane precedenti.
La crescita riguarda in modo analogo i due sessi, la proporzione dei ricoveri è in totale più bassa per le donne.
La crescita maggiore riguarda i soggetti vaccinati (+43%) dalla settimana precedente, anche fra i non vaccinati la crescita è maggiore rispetto a quella registrata nelle settimane passate, ma inferiore rispetto a quella dei vaccinati (21,8%). In ragione di tale aumento la proporzione dei vaccinati fra i ricoverati in area medica supera quella dei non vaccinati. Tale dato conferma un trend non molto netto ma piuttosto stabile nel tempo che potrebbe far pensare a una qualche debolezza dell’effetto dei vaccini. Va invece letto attentamente. Le infezioni ampiamente circolanti al momento incontrano più facilmente, come è logico, la massa di vaccinati molto più estesa rispetto ai non vaccinati ed è normale che i più suscettibili fra i primi (vedi la differenza di età con i non vaccinati e il gran numero di comorbidità) possano ammalarsi ed anche essere ricoverati ma con sindromi non gravissime. Infatti le diverse proporzioni nei reparti intensivi con una costante netta prevalenza dei non vaccinati lo dimostra. Quindi della gran massa dei vaccinati una parte di soggetti particolarmente suscettibili si ammalano e possono essere ricoverati, ma è veramente piccolo il numero di coloro che ha problemi molto gravi e finisce in rianimazione. Molti di costoro sono affetti da altre patologie concomitanti e addirittura determinanti il ricovero. Si potrebbe inoltre ipotizzare che parallelamente il serbatoio dei non vaccinati fragili suscettibili di ricovero va diminuendo (minor numero in assoluto, più giovani, meno fragilità).
Permane la differenza di età media, che non mostra particolari mutamenti rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda la presenza di comorbidità non si manifestano oscillazioni degne di nota restando nettamente superiore fra i vaccinati.
Per quanto riguarda i ricoverati in terapia intensiva l’aumento dalla settimana precedente è del 18%, decisamente inferiore a quello registrato per i reparti di area medica e sembra avere un andamento lineare. Tale differente aumento fra le due aree potrebbe essere un indizio della predominanza della variante omicron con una patogenicità diversa e tendente a causare danni meno severi.
Anche questa settimana si registra, un maggiore aumento fra i maschi rispetto alle femmine che costituiscono meno di un terzo dei ricoverati.
Si nota una crescita maggiore fra i vaccinati (+35%) che però restano in numero nettamente inferiore rispetto ai non vaccinati. Le proporzioni fra le due popolazioni restano sostanzialmente costanti. Si conferma l’età più giovane dei non vaccinati
Le quote dei pazienti vaccinati con comorbidità sono simili a quelle della settimana precedente appena più basse sia tra i vaccinati che fra i non vaccinati.
Quanto alle caratteristiche dei vaccinati in terapia intensiva occorre dire che si amplifica il fenomeno dei vaccinati da oltre 4 mesi che rappresentano pressoché la totalità dei ricoverati (61 su 72). Il ripetuto sollecito all’effettuazione della terza dose, anche anticipando la scadenza dopo il quarto mese, diventa stringente, vista ancora la proporzione non ottimale delle persone che l’hanno ricevuta. L’aumento della quota di ricoverati con l’ultima dose fatta oltre sei mesi prima (30) suggerisce anche che c’è un discreto numero di persone che rimanda la terza dose.
II range di età è anche questa settimana più esteso fra i non vaccinati (da 16 a 88 anni).
Ricoveri pediatrici – 7 ospedali
Sono 120 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati per COVID-19 di cui 12 in terapia intensiva, oltre a cinque pazienti con MIS-C.
A differenza dalla settimana precedente la crescita sembra essersi arrestata in queste classi di età. Anche se i pazienti in terapia intensiva sono raddoppiati.
Si conferma una prevalenza di maschi (59%) ma non in terapia intensiva dove dei 12 soggetti 8 sono femmine. L’età media ponderata è di 4,3 anni.
La classe di età maggiormente colpita si conferma essere quella 0-4 anni, con 71 ricoverati in area medica e 7 in terapia intensiva.
Questa settimana si è fatto un focus anche sui bambini molto piccoli, quelli fra 0 e 6 mesi che costituiscono buona parte del gruppo 0 – 4 anni (44 in area medica e tutti e 7 i bambini della classe 0 – 4 in terapia intensiva).
Il numero dei bambini fra 5 e 11 anni scende leggermente (20) più uno in terapia intensiva, mentre è sostanzialmente stabile il numero dei ragazzi sopra i 12 anni, anche se 4 sono ricoverati in terapia intensiva. Di questi ultimi 3 non sono vaccinati. Mentre fra i ricoverati in ordinario non vaccinati sono 10 ragazzi su 17.
Dei 44 bambini nei primi sei mesi di vita 10 avevano entrambi i genitori vaccinati, 16 il solo padre, 5 la sola madre i restanti 13 nessun genitore vaccinato. Nella stessa classe di età dei 7 ricoverati in terapia intensiva due hanno entrambi i genitori vaccinati e 3 il solo padre vaccinato. Appare importante da questi dati la vaccinazione dei genitori per la protezione dei bambini molto piccoli.
17 bambini in ricovero ordinario e 8 su 12 in terapia intensiva hanno comorbidità rilevanti.
Aumentano di una unità i quadri di MIS-C (cinque casi).