Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 4/1/2022
La rilevazione N. 8 sui ricoverati per COVID-19 del 4/1/2022 include 21 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.
I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 4/1/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.
Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 21 ospedali
Complessivamente i pazienti ricoverati sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1860 con la seguente distribuzione:
- Pazienti ricoverati nei reparti COVID area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 21 ospedali
Totale 1645
Femmine 45% Maschi 55%
Proporz. sul totale | Età media pond. | Comorbidità | |
Vaccinati | 50% | 70,8 | 70% |
Non vaccinati | 50% | 64,5 | 51% |
- Pazienti ricoverati in terapia intensiva – 21 ospedali
Totale 215 (11,5% dei ricoverati per COVID)
Femmine 31% Maschi 69%
% sul totale | Età media pond. | Range di età | Comorbidità | |
Vaccinati | 28% | 68,3 | 43 – 92 | 67% |
Non vaccinati | 72% | 57,2 | 18 – 83 | 49% |
Commento e Interpretazione dei dati
Nei ricoveri ordinari in area medica incluse le subintensive si osserva una crescita del 27% rispetto alla settimana precedente. L’incremento è decisamente maggiore di quello che era stato osservato nelle settimane precedenti.
Continuano a crescere di più le donne, anche se la proporzione dei ricoveri è in totale più bassa rispetto gli uomini. La crescita maggiore riguarda i soggetti vaccinati (+38%) dalla settimana precedente, mentre fra i non vaccinati la crescita è simile a quella delle settimane passate. In ragione di tale aumento la proporzione dei vaccinati fra i ricoverati uguaglia quella dei non vaccinati.
Permane la differenza di età media, che non mostra particolari mutamenti rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda la presenza di comorbidità non si manifestano oscillazioni degne di nota restando nettamente superiore fra i vaccinati.
Per quanto riguarda i ricoverati in terapia intensiva l’aumento dalla settimana precedente è del 13%, decisamente inferiore a quello registrato per i reparti di area medica ed inferiore anche all’aumento rilevato la settimana passata.
Anche questa settimana si registra, a differenza dei ricoveri ordinari, un maggiore aumento fra i maschi rispetto alle femmine che costituiscono poco più del 30% dei ricoverati.
Si conferma ancora una crescita maggiore fra i non vaccinati (14,1% vs 10,9%).
Risale la quota dei pazienti vaccinati con comorbidità al 67% mentre resta invariata fra i non vaccinati (49%).
In questa rilevazione si nota la sostanziale conferma del pattern delle caratteristiche dei ricoverati e il calo dell’età dei non vaccinati in terapia intensiva la cui media ponderata per la prima volta scende sotto i 60 anni.
Dei 61 pazienti vaccinati in terapia intensiva 10 avevano effettuato la terza dose, 17 avevano completato il ciclo vaccinale da oltre 6 mesi, mentre il numero più consistente (35 persone) si era sottoposto all’ultima vaccinazione da 4 – 6 mesi, come del resto registrato in tutte le rilevazioni precedenti. La rilevazione odierna conferma che l’85% dei vaccinati lo è da oltre 4 mesi dall’ultima dose. Si ribadisce che tale dato mostra che poche unità sono le persone che debbono ricorrere alla terapia intensiva nei primi mesi dopo la vaccinazione, ma rinforza l’idea dell’opportunità di un anticipo della terza dose. Come già segnalato nei precedenti report, non disponendo dei denominatori, occorre considerare anche che la presenza preponderante dei vaccinati da 4 a 6 mesi in terapia intensiva può essere generata anche da una maggiore ampiezza di tale popolazione rispetto a quelle vaccinate da più tempo.
Molti dati sono ormai consolidati come le diverse proporzioni fra vaccinati e non nelle terapie intensive e l’età più giovane nonché un minor numero di comorbidità dei non vaccinati. Anche iI range di età nei due gruppi è diverso, più esteso fra i non vaccinati (da 18 a 83 anni) che include età decisamente più giovani.
Occorre infine considerare il differente aumento registrato fra i ricoverati in area medica (consistente) rispetto a quello evidenziato in terapia intensiva (meno rilevante). Tale dato, anche se molto preliminare e possibile effetto del caso, potrebbe però essere un indizio della predominanza della variante omicron con una patogenicità diversa e tendente a causare danni meno severi. Se questo è verosimile non stupisce che l’aumento nei reparti ordinari sia stato maggiore per i vaccinati, mentre nelle terapie intensive lo sia stato per i non vaccinati
Ricoveri pediatrici – 7 ospedali
Sono 123 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati per COVID-19 di cui 6 in terapia intensiva, oltre a quattro pazienti con MIS-C.
In queste classi di età la crescita di questa settimana è molto alta (86,4%).
Anche fra i pazienti pediatrici la prevalenza di maschi appare evidente (63%). L’età media ponderata è di 3,9 anni.
La classe di età maggiormente colpita si conferma essere quella 0-4 anni, con 77 ricoverati.
Cresce anche il numero dei bambini fra 5 e 11 anni (27), e di quelli fra 12 e 18 anni (19), solo quattro ragazzi di questa classe sono vaccinati. 32 dei bambini sotto i 12 anni avevano entrambi i genitori non vaccinati.
33 bambini hanno comorbidità rilevanti.
Aumentano di una unità i quadri di MIS-C (quattro casi tutti concentrati nel Santobono di Napoli).