Non diamo per scontato il valore del Servizio sanitario nazionale. Le prossime sfide che ci attendono

Il presidente Giovanni Migliore invita a una diversa analisi e considerazione della sanità italiana

Oggi in Italia “lo sport nazionale è quello di parlare in modo negativo del nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) con un forte accento pessimista, mentre dovremmo capire davvero il suo valore e come riesca a dare risposte con risorse che sono da sempre scarse. Sono andato a rivedere le rassegne stampa degli anni ’90 e i problemi sono sempre gli stessi, noi dobbiamo ricordarci quando gli armadietti delle case erano pieni di farmaci che poi si buttavamo e quando sostanzialmente c’era veramente una scarsa attenzione a quelle che erano le risorse messe a disposizione. Poi abbiamo migliorato l’attenzione e abbiamo cercato in qualche maniera di usare al meglio quello che ci veniva dato, ancora c’è spazio da questo punto di vista per un ragionamento condiviso. Ci si deve rendere conto del valore del Ssn e di come è in grado di dare risposte di livello, con grandi eccellenze, anche oggi. Con interventi chirurgici importanti o terapie che costano decine di migliaia di euro. Possibilità offerte a tutti i cittadini che in altre realtà – di paesi sviluppati non poveri – non ci sono o portano chi ha un problema di salute, ma ha scarse risorse, ad indebitarsi per tutta la vita”. E’ la riflessione che il presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), Giovanni Migliore, condivide con l’Adnkronos Salute sul tema dei problemi e del rilancio del Ssn.

Nel Dna del Servizio sanitario nazionale ci sono eccellenze non solo al Nord, l’ultima è il record di trapianti di cuore del Policlinico di Bari. “L’impegno di tutti alla fine viene ripagato – osserva Migliore – ma è il frutto di una organizzazione complessa e lunga nel tempo. Gli italiani spesso si lamentano dei ritardi nel ricevere le prestazioni diagnostiche, ma un terzo delle donne non si reca agli screening mammografici, due terzi degli uomini a quelli per i tumori dell’intestino. Siamo grandi consumatori di prestazioni ma anche di cibo, visto che circa il 10% della popolazione rientra nei parametri dell’obesità”. “Ci deve far riflette quanto accaduto in Usa con l’omicidio del Ceo di United Healthcare da parte del giovane Luigi Mangione, è vero ci sono ambiti dove è necessario migliorare il rapporto con la sanità pubblica ma deve essere biunivoca con l’impegno ogni giorno della sanità pubblica ma anche la consapevolezza di un maggior valore del Ssn, non va dato per scontato e dobbiamo anche riflettere che se chiediamo una prestazione che magari è ridondante nello stesso momento la stiamo negando ad una altra persona – chiosa Migliore – Negli ultimi mesi sono arrivate molte analisi, penso a quella sui costi della Ragioneria dello Stato, ma va ricordato che il prezzo dell’energia per le asl per gli ospedali è aumentato del 10% dal 2019, come anche il costo dei beni sanitari. Ci confrontiamo con una realtà più complicata, le famiglie italiane fanno il conto con un mondo che non è più quello degli anni ’80 dove non si pensava ai danni del debito pubblico, io mi io mi rifiuto all’idea di lasciare sulle spalle dei miei figli un macigno del debito. E’ necessario che tutti facciano la loro parte.

Il Pnrr può essere la vera svolta per il rilancio del Ssn? “Abbiamo avuto una grande iniezione di liquidità – risponde Migliore – Ma come ci ha ricordato un recente articolo pubblicato su ‘Lancet’ e dedicato proprio ai problemi della sanità italiana, ci vuole un impegno importante nell’usare bene le risorse per evitarne gli sprechi. L’articolo evidenziava come l’autonomia regionale potrebbe essere un rischio l’innovazione digitale del Ssn, ma noi già oggi viviamo in un sistema che si bassa su un rete che mette insieme diversi ‘altri’ sistemi regionali”.

“Quindi il tema vero è sforzarsi di rendere interoperabili sistemi differenti e in questo uno sforzo deve essere fatto da Agenas. Si devono usare – suggerisce il presidente Fiaso – bene le informazioni che ci permettono di anticipare i bisogni della popolazione ed evitare che i pazienti vadano in giro a ‘cercarsi’ una prestazione nei vari Cup delle aziende mentre dovremmo spingere affinché le nostre cure primarie prendano in carica tutti i nostri cittadini. Le Cot, Centrali operative territoriali, potranno funzionare effettivamente se si realizzerà l’integrazioni dei sistemi informativi che le alimentano altrimenti saranno esperienze interessanti ma localizzate. Solo l’integrazione dei sistemi e la loro alimentazione in modo automatico porterà all’attuazione piena delle novità del Pnrr. E ci metto anche il Fascicolo sanitario elettronico che spero possa diventare presto una realtà per tutti i cittadini”. “Oggi l’unica porta di accesso al Ssn è per molti, forse troppi, il pronto soccorso. Negli anni la differenza, in meglio, è stata fatta dai medici di medicina generale che costituivano un modello di presa in carico e prossimità. Dobbiamo continuare a puntare su di loro ridando al medico il controllo e la responsabilità dei percorso diagnostici terapeutici. Loro devono fare uno sforzo in più, superare il corporativismo perché il Ssn si basa sulle tante figure differenti che fanno lavorare ogni giorno e non devono essere perimetrate da consuetudini degli anni passati”, conclude Migliore.

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