Il modello. In vista dell’autunno le indicazioni per gestire i positivi senza interrompere le prestazioni: chi è ricoverato per altre patologie sarà isolato in stanze o aree dedicate all’interno dei reparti ordinari
di Marzio Bartoloni
Chi ha chiari sintomi e malattia respiratoria causate dal Covid sarà curato come accade oggi nei reparti specialistici di malattie infettive. Ma tutti gli altri positivi, magari asintomatici e che hanno scoperto di avere il Covid dopo un tampone in corsia, potranno restare nei reparti dove sono ricoverati, ma in aree che ne consentano l’isolamento funzionale (stanze dedicate, coorti con più letti, ecc.) pronti a rientrare nel reparto ordinario con gli altri pazienti appena tornati negativi e comunque senza bloccare più l’ordinaria attività sanitaria come accaduto troppo spesso in passato.
Eccola in estrema sintesi la strategia che gli ospedali hanno messo a punto per evitare di sospendere le cure a tutti gli altri pazienti – sono già saltati in 2 anni di pandemia milioni di ricoveri, screening e visite – alla vigilia del terzo autunno con il Covid quando ci si aspetta un nuovo boom di contagi. Una strategia che la Fiaso – la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere – ha condensato in delle linee guida inviate proprio ieri al ministro della Salute Roberto Speranza e al presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro per una loro “validazione ufficiale”.