Tra il 2011 e il 2015, negli anni della cosiddetta spending review, si è concentrato il ridimensionamento più corposo e significativo del fondo sanitario nazionale. Si è intervenuti prioritariamente sul contenimento del costo del personale con la fissazione del tetto di spesa ancora oggi in vigore, sul taglio dei posti letto, sulla riduzione della spesa farmaceutica e sull’aumento dell’addizionale Irpef. Dal 2016 la spesa sanitaria italiana è ripresa a crescere, anche se un po’ meno della media dei Paesi europei.
In particolare nel Mezzogiorno negli ultimi dieci anni la gran parte delle regioni sono state commissariate o sono ancora sottoposte alla disciplina dei Piani di Rientro. Oggi, come evidenzia il presidente Fiaso Giovanni Migliore sul Messaggero, anche con l’aumento del finanziamento servirà tempo per rimodulare una offerta sanitaria sulla base dei bisogni reali.