Il presidente Migliore interviene sul tema a margine dell’incontro sugli “Stati Generali della formazione specialistica dei medici e sanitari” promosso oggi a Roma dall’Anaao.
“La modalità di formazione degli specializzandi in Italia di fatto è già cambiata, bisogna prenderne atto. Servirebbe ampliare le reti formative e intervenire con una riforma”. Così il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore, interviene a margine dell’incontro sugli “Stati Generali della formazione specialistica dei medici e sanitari” promosso oggi a Roma dall’Anaao.
“Negli anni della pandemia gli specializzandi ci hanno aiutato a gestire l’emergenza sanitaria, acquisendo una straordinaria esperienza, soprattutto nelle aree critiche. Abbiamo riconosciuto il valore del loro lavoro e, con il ‘decreto Calabria’, gli iscritti alle scuole di specializzazione possono partecipare ai concorsi pubblici già dal tredicesimo mese di formazione, per essere poi assunti nel servizio sanitario nazionale. Le nostre aziende, come rileva la survey presentata oggi, hanno immediatamente indetto i concorsi, ma abbiamo avuto solo una timida adesione dei giovani medici”, aggiunge Migliore.
“Sono fermamente convinto che il modo più efficace per formare un giovane medico sia proprio offrirgli la possibilità di lavorare in corsia, con un ruolo ed una responsabilità riconosciuta e commisurata in modo progressivamente crescente alle competenze acquisite”, continua Migliore “per questa ragione l’impiego dei medici in formazione specialistica non deve essere considerato solo uno strumento per superare la carenza di personale sanitario”.
Nella bozza del decreto-legge sulle liste d’attesa, anticipata in questi giorni dai media, si legge la previsione che il monte ore che gli specializzandi possono impiegare all’interno del Ssn come liberi professionisti, sia esteso fino a un massimo di 12 ore e che sia riconosciuta alle aziende la possibilità di somministrare ai giovani medici contratti libero-professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa.
“Accogliamo con favore questa misura e vogliamo essere considerati ancora di più parte attiva del processo formativo, per questa ragione siamo pronti a dialogare e collaborare con le università per individuare le migliori soluzioni per una formazione di qualità che si integri con l’esperienza lavorativa nelle aziende sanitarie pubbliche”, conclude Migliore.