Le strutture ospedaliere e sanitarie contribuiscono, con una quota di circa il 3,5%, alle emissioni complessive di CO2 in atmosfera. Un approccio sostenibile per migliorare la qualità dell’assistenza
di Alessandro Caltagirone
Un miliardo e mezzo in più per la bolletta energetica delle aziende sanitarie nazionali tra il 2021 e il 2022. I dati Agenas registrano che la spesa è passata da 1,8 miliardi a 3,2 miliardi di euro (+80%) a causa dei forti rincarie nergetici. Un conto salatissimo che è stato in parte coperto grazie allo stanziamento di risorse straordinarie prima nel decreto contro il caro bollette e poi nell’ultima legge di bilancio. A inizio 2023 come Fiaso avevamo lanciato un appello ai ministri della Salute e dell’Economia. Un Sos recepito dal governo attraverso l’attribuzione di finanziamenti aggiuntivialle regioni e agli enti localida destinare ai costi energetici delle aziende sanitarie. Negli ospedali è estremamente difficile ridurre il consumo energetico considerando il grandenumero di macchinari chedevono necessariamente essere attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Ci sono settori, come ad esempio quelli della diagnostica per immagini o della cardiologia interventistica, che consumano molta energia: devono, infatti, mantenereuna temperatura e un regimedi ventilazione controllati, con ricambi d’aria ogni ora, e al loro interno sono presenti apparecchiature energivore, che non possono essere mai spente.