Fine vita, Migliore: “Responsabilità condivisa per costruire un sistema di assistenza centrato sulla persona”

Incontro alla Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano. Aziende pronte a fare formazione su Dat, consenso informato e cure palliative.

“Garantire dignità e rispetto delle volontà nel fine vita non è solo un tema etico e personale, ma richiede un’assunzione di responsabilità da parte del management delle aziende sanitarie. È necessario mettere in atto politiche e strategie che rendano questo obiettivo concreto, attraverso una pianificazione attenta, investimenti mirati e la formazione del personale sanitario. La Fiaso, in questo senso, si impegna a promuovere la conoscenza e l’applicazione delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), attraverso iniziative formative come webinar dedicati, per aiutare i professionisti sanitari a comprendere l’importanza del consenso informato e delle scelte autonome dei pazienti”. Così Giovanni Migliore, presidente Fiaso, intervenendo al convegno ‘Vivere sempre la propria vita. Un dialogo tra scienza, etica e cura’, in corso all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano.

“Il nostro compito – aggiunge – è costruire un sistema integrato e coordinato, che metta al centro la persona e le sue necessità, valorizzando il ruolo di medici, infermieri, psicologi e operatori sociali. È solo attraverso una responsabilità condivisa e un approccio collaborativo che possiamo garantire un fine vita dignitoso, rispettoso e vicino alle famiglie.
Per questo l’impegno principale è lavorare per realizzare un ambiente di assistenza che permetta alle persone di vivere il fine vita il più possibile vicino al proprio domicilio, un luogo in cui trovare conforto e serenità. Oggi, l’uso delle tecnologie informatiche, in particolare il Fascicolo sanitario elettronico e l’infrastruttura di gestione delle centrali operative territoriali, può migliorare la gestione delle informazioni relative alle DAT e alle preferenze dei pazienti, garantendo che le loro volontà siano sempre accessibili. Questo significa che siamo sempre più in grado di rafforzare i servizi territoriali, garantire l’accesso alle cure palliative e fornire un supporto adeguato alle famiglie, affinché non siano lasciate sole in momenti così delicati”.

Il promotore dell’iniziativa, Carlo Nicora, direttore generale Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano, sottolinea: “Nella malattia, ogni paziente desidera prima di tutto guarire. Qui in Istituto, questo desiderio si intreccia con il binomio di ‘Cura e Speranza’. Ma prendersi cura di chi soffre non è solo una questione di risorse o organizzazione: è un incontro umano che richiede competenza, ma soprattutto empatia. Quando non è più possibile guarire, è fondamentale continuare a curare e accompagnare, come fanno le cure palliative. La vita, la sofferenza e la morte non sono fardelli che un individuo può portare da solo. È un compito che ci riguarda tutti, come comunità. Mi auguro che incontri come quello di oggi ci facciano avvicinare a questo obiettivo”.

Questo articolo è stato pubblicato in Comunicati STAMPA, Press room