In Terapia intensiva con sindromi respiratorie e polmonari il 78% non è vaccinato o è in ritardo con la terza dose
Netta riduzione dei ricoveri pediatrici: – 36%
In una settimana il numero dei ricoveri Covid è sceso del 12%. È quanto emerge dalla rilevazione Fiaso negli ospedali sentinella del 22 febbraio.
Nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti si attesta al 12,6% mentre nelle terapie intensive, dove una settimana fa c’era stata una significativa riduzione del 25%, il calo è stato molto più lieve, pari al 3,8%.
Negli ospedali del Nord i ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, sono diminuiti del 14%; nelle strutture del Centro sono scesi del 10% mentre nel Sud e nelle isole i pazienti si sono ridotti dell’12%.
Reparti ordinari, pazienti “Con Covid” costituiscono il 42%
Nei reparti ordinari i ricoverati “Con Covid”, ovvero pazienti con infezione accertata da Sars-Cov-2 ma senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie, costituiscono il 42% del totale. La sempre più ampia presenza di pazienti con il virus ma senza sindromi respiratorie testimonia da un lato l’efficacia della protezione vaccinale (il 74% dei pazienti “Con Covid” in effetti è vaccinato e proprio in virtù della vaccinazione non sviluppa la malattia), dall’altro la minor aggressività della variante del virus attualmente circolante.
In Rianimazione la percentuale dei pazienti “Con Covid” sale al 28% (la settimana scorsa era al 23%): si tratta per il 44% di pazienti con malattie croniche di tipo internistico (diabete, malattie respiratorie, cardiopatie ecc.) in fase di scompenso, per il 20% di ricoveri per ischemia o emorragie del cuore o del cervello e per i restanti casi di traumi e interventi chirurgici indifferibili. Di contro, i pazienti “Per Covid” nelle terapie intensive sono il 72% e proprio tra coloro che hanno sviluppato sindromi respiratorie e polmonari e sono finiti in rianimazione resta ancora alta (78%) la percentuale dei non vaccinati o comunque in ritardo rispetto alla tempistica delle tre dosi: un dato che evidenzia il ruolo protettivo svolto dalla vaccinazione e dai booster, soprattutto tra i soggetti fragili.
“Da quattro settimane di fila continua la discesa dei ricoveri e questo rappresenta certamente un segnale di ottimismo. I numeri sono in progressivo calo ma l’epidemia non è ancora finita – avverte il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore –. Il virus, pur essendo meno aggressivo e non provocando gravi conseguenze grazie all’alta copertura vaccinale, circola ancora largamente tra la popolazione e prova ne è l’alto numero di pazienti che arrivano in ospedale per curare altre patologie ma vengono trovati positivi al tampone pre-ricovero, per questo occorre ancora grande prudenza. Questo, però, è il momento di disegnare una strategia per affrontare i prossimi mesi e per evitare di essere impreparati il prossimo autunno con la ripresa delle condizioni più favorevoli alla diffusione dei contagi delle patologie respiratorie e la prevedibile riduzione dell’efficacia vaccinale”.
“A distanza di due anni, abbiamo ancora uno sguardo rivolto alla pandemia con la quarta dose per i fragili e tumorali, ma negli ospedali l’obiettivo su cui stiamo lavorando è riprendere in carico le patologie croniche e rimettere al centro la prevenzione”, dichiara Carlo Nicora, vice presidente Fiaso e direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Focus pazienti pediatrici
Netta discesa per i ricoveri dei pazienti pediatrici monitorati nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella che aderiscono alla rete Fiaso: la percentuale di ospedalizzazioni si è ridotta in una settimana del 36%.
Il 57% ha tra 0 e 4 anni, il 23% tra 5 e 11 anni, il 20% tra 12 e 18 anni. In particolare i neonati, da 0 a 6 mesi, costituiscono il 19% del totale e tra di loro il 31% ha entrambi i genitori non vaccinati.