La Federazione stima che se il 100% dei cittadini s’immunizzasse, i malati nei reparti ordinari scenderebbero da 13.232 a 3.334 e quelli in terapia intensiva da 1.400 a 120
di Marzio Bartoloni
L’obbligo di vaccino per oltre 2,1 milioni di irriducibili over 50 ancora non immunizzati che scatterà da oggi (con multa dal 1 febbraio di 100 euro per gli inadempienti) potrebbe finalmente ridurre la platea degli italiani che rischiano di finire in ospedale. Ma cosa succederebbe se improvvisamente con un colpo di bacchetta magica tutti gli italiani, compresi gli under 12, fossero vaccinati? Ebbene lo scenario sarebbe completamente diverso da quello in cui ci troviamo oggi, con Regioni sempre più colorate di giallo che si avvicinano alle zone arancioni e agli ospedali che si riempiono di pazienti Covid. In particolare se oggi ipoteticamente il 100% degli italiani fosse immunizzato, con il booster per chi ha ricevuto le due dosi da più tempo, ci sarebbero 11.188 malati Covid in meno – da 14.642 a solo 3.454 (tutti vaccinati) – nelle corsie, che in pratica si svuoterebbero visto che i pazienti nelle terapie intensive crollerebbero da oltre 1400 (dato del 5 gennaio) a solo 120 (il 91,3% in meno), mentre quelli ricoverati nei reparti ordinari diminuirebbero da 13.232 a 3.334. In pratica un taglio complessivo delle ospedalizzazioni di circa tre quarti. Numeri che declinati anche a livello regionale porterebbero le percentuali di occupazione dei posti letto a livello nazionale all’1,2% nelle terapie intensive e al 5,2% negli altri reparti. Praticamente tutta Italia sarebbe bianca e lontanissima dalle zone gialle.
A realizzare la simulazione per Il Sole 24 ore è la Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, che rappresenta i manager che guidano gli ospedali, oggi di nuovo in trincea contro il Covid. La Fiaso ha realizzato questo modello elaborando i dati che raccoglie dal 10 novembre ogni settimana dai suoi 21 ospedali “sentinella” su un totale di 1860 pazienti. Un monitoraggio dal quale risulta che il 72% dei pazienti nelle rianimazioni è non vaccinato come il 52% nei reparti ordinari. “Dai nostri dati emerge un’efficacia del vaccino del 91,5% contro le ospedalizzazioni, un dato che si avvicina molto a quello che aggiorna ogni settimana l’Istituto superiore di Sanità e lo abbiamo applicato alle ospedalizzazioni attuali”, avverte Silvio Tafuri, docente di Igiene all’università di Bari che ha elaborato i dati per Fiaso. Che con il suo presidente Giovanni Migliore promuove le ultime misure varate dal Governo, in particolare l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50.
“Questa scelta conforta perché se è vero che se fossero tutti vaccinati avremmo un numero ancora più basso di ospedalizzazioni, è altrettanto vero che se fossero completamente vaccinati anche solo tutti gli over 50 i numeri si ridurrebbero tantissimo, visto che secondo le nostre stime ci sarebbero 1.056 ricoveri in terapia intensiva in meno e 7.372 pazienti in meno nei reparti ordinari”, sottolinea Migliore, presidente dei manager sanitari.
Ma qual è la situazione oggi negli ospedali? “Oggi alla luce dei numeri rispetto allo stesso periodo di un anno fa abbiamo la metà delle ospedalizzazioni: nel Policlinico di Bari che dirigo ci sono attualmente 150 pazienti di cui 20 in rianimazione, un anno fa erano 340, di cui un centinaio in terapia intensiva, quindi la tenuta del sistema c’è grazie soprattutto al vaccino. C’è però il problema di un personale sanitario sempre più sotto stress dopo due anni di emergenza e con la curva che cresce in modo così rapido la pressione sugli ospedali può ancora crescere”, aggiunge ancora il presidente Fiaso che guarda con preoccupazione agli altri pazienti, quelli non Covid. “La rimodulazione di letti e personale negli ospedali sta avendo ripercussioni sulla cura delle altre patologie con il differimento delle prestazioni non urgenti che sta già avendo in alcuni ospedali”, conclude Migliore.